Cosa resta dei treni dopo la pandemia e quali le opportunità del Pnrr. Pendolaria di Legambiente fotografa un sistema in transito, anzi in transizione.

Incertezza, questa è la parola che apre il rapporto Pendolaria 2022, la storica campagna di Legambiente dedicata ai treni regionali e locali, al pendolarismo ed alla mobilità urbana. D’altronde è l’incertezza ciò che ci accompagna in stazione, quando andiamo a prendere il treno facendo gli scongiuri perché il traffico non sia sospeso o il treno non sia in ritardo, soppresso, troppo pieno o troppo sporco.

La situazione del trasporto ferroviario negli ultimi due anni è andata peggiorando a causa delle limitazioni imposte dalla pandemia con problemi dovuti al sovraffollamento e ai tagli al servizio per la malattia del personale.

Lo sanno bene gli studenti, i pendolari e i comitati che si sono fatti sentire in questo periodo, in particolare quelli che si muovono sulle linee considerate le peggiori d’Italia come Roma-Lido, Roma-Viterbo, Circumvesuviana e alcune tratte lombarde. In Lombardia, nelle scorse settimane, la diffusione dei contagi anche tra i dipendenti di Trenord, ha portato a cancellare centinaia di corse al giorno, con riduzioni di oltre il dieci per cento del servizio programmato. Senza dimenticare che dal 2020 c’è stata la sostituzione di 139 corse ferroviarie con autobus.

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Nel nostro paese si contano in totale 248 chilometri di metro, meno della città di Madrid (291 km). Mentre nelle città europee la rete metropolitana cresce, in Italia purtroppo nel 2019 e 2020 non è stato inaugurato neanche un tratto.

Cosa dice il rapporto Pendolaria 2022 di Legambiente

Dal rapporto risulta che nel 2021 i passeggeri in circolazione si siano ridotti su tutti i treni, dall’alta velocità e Intercity (fino a meno 40 per cento) a quelli regionali (meno 45 per cento). In questo scenario segnato dalla mancanza di investimenti e dal crescente divario tra nord e sud del paese, c’è però una novità che arriva a rischiarare l’orizzonte: il Pnrr. Si torna infatti a parlare di investimenti e riforme grazie ai fondi in arrivo, ovvero 26 miliardi di euro da destinare alle infrastrutture ferroviarie e al sistema della mobilità. Una somma senza precedenti per gli interventi da realizzare entro il 2026.

Così, grazie all’analisi e al monitoraggio di Legambiente è possibile comprendere meglio i problemi che vivono milioni di cittadini ogni giorno, i miglioramenti in corso e progettare il rilancio del nostro paese puntando a una mobilità sostenibile, più moderna e città più vivibili.